Questa è l’anteprima di uno "Speciale Ecce Bombo" che uscirà a breve nella rubrica spettacoli di un giornale studentesco locale
Dopo 28 anni è tornato al cinema il secondo lungometraggio di Nanni Moretti. Distribuito dalla Sacher (casa di produzione dello stesso regista) in 20 copie, il film non presenta tagli né aggiunte di nessun tipo. La pellicola restaurata è stata proiettata in alcune sale di Roma e cinema d’essai delle altre zone d’Italia nel mese di Dicembre. Questo lavoro di restauro lascia presupporre con ogni probabilità l’uscita di un’edizione rimasterizzata in DvD del celebre cult del regista romano.
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L’uscita imminente dell’edizione restaurata di ‘Ecce Bombo’ potrebbe essere un facile pretesto per parlare ancora una volta del’onda lunga del ’68, del ‘compagno’ Moretti, degli anni dell’impegno politico e così via. Tuttavia questa ‘operazione nostalgia’ apparirebbe come tale solo ad una prima, superficiale occhiata. Pochi sanno infatti che ‘Ecce Bombo’ presenta elementi di analisi sociale e riflessione politica del tutto innovativi e in contro-tendenza rispetto al 1978. Basti leggere qualche recensione uscita allora, per rendersi conto delle difficoltà che incontrò Moretti negli stessi ambienti di sinistra: il ‘quotidiano dei lavoratori’ il 15 marzo di quell’anno parla del film come "Un de Profundis filmato per il giovane borghese"; ‘Lotta continua’ titola, riprendendo il nome dell’opera prima del regista, "Io sono un monarchico"; infine, ‘Linus’ accusa gli ex-militanti presentati nel film di non esserlo mai stati, e chiude in bellezza con un "E Moretti mi pare più dei loro che dei nostri" (‘loro’ inteso come fascisti). Alcuni di questi estratti ai nostri occhi potrebbero appararire canzonatori ed antifrastici, ma in realtà sono estremamente seri e convinti del proprio sdegno. Ciò di cui oggi non ci rendiamo conto è il dogmatismo della estrema sinistra, che era imperante quando Nanni con i suoi film mise in luce la "crisi della Militanza". I giovani protagonisti di "ecce Bombo" sono delusi e sfiduciati; reduci del movimento studentesco del ’68, ora essi vedono la loro rivoluzione disgregarsi e declinare sotto i colpi del tempo. Il bilancio ‘in corso d’opera’ di Moretti era tanto personale da diventare in breve tempo internazionale, tanto involuto in se stesso da apparirci oggi lungimirante, mentre le parole dei giornali di cui sopra sembrano relitti di un passato bolscevico.
La sincronia del momento storico con il suo giudizio è un altro elemento di primaria importanza: ‘Ecce Bombo’ fu affresco dei tardi anni ’70 fatto negli anni ’70, così come Bianca svolse lo stesso ruolo per gli ’80. A questo punto occorre fare dei distinguo per evitare un facile fraintendimento: Moretti ha ripetutamente manifestato nelle interviste il suo disinteresse per una analisi d’attualità, che appare però implicita nei suoi film. Questa apparente discordanza, che potrebbe sembrare un occultamento delle intenzioni da parte del regista, è invece spiegabile in altra maniera. Nanni Moretti non vuole parlare d’attualità, ma della realtà attuale, così come non vuole essere il portavoce della sua generazione, ma solo di se stesso. Questa originalità d’intenti ha fatto sì che i suoi film portino tutti una firma personale, un rapporto intimo con lo spettatore che ha i tratti di una chiacchierata a casa d’amici in salotto. Tuttavia, proprio il particolarismo che il regista si pone come barriera ottiene l’effetto opposto di darci un’efficace visione d’insieme. Il suo quarto film "Bianca" (1984) parla di un uomo, l’alter ego di Moretti, che si oppone fortemente alla coppia ‘moderna’ o ‘aperta’. Sulle ceneri del permissivismo ad oltranza, del disimpegno amoroso, egli avverte Il bisogno di salvare qualcosa d’antico: la profondità del sentimento, la coppia unita, l’amicizia perenne. Questo suo apparente tradizionalismo diviene un punto di vista assai originale se proiettato in quel contesto culturale, dove da una parte ci sono gli ultimi fuochi dell’utopia amorosa e politica degli anni ’70, dall’altra il riflusso, che non si assume alcuna posizione in merito. Moretti sceglie una terza via, più conservatrice rispetto a queste due, e del tutto inaspettata. Come nel caso di Ecce Bombo, anche nel 1984 ci furono alcune lodi e feroci critiche; ancora una volta, la posizione di Moretti, sorprendente al tempo, potrebbe apparirci irrilevante oggi. Quindi, a proposito della filmografia del regista, è doverosa una revisione a beneficio del pubblico moderno: collocare ogni opera nel suo contesto storico ci da una consapevolezza ulteriore dell’importanza di film come "Ecce Bombo" e "Bianca".
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Le frasi celebri (ecce bombo)
Michele al telefono indeciso se andare ad una festa – No veramente non…non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo…no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo?. Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate "Michele vieni di là con noi, dai" ed io "andate, andate, vi raggiungo dopo". Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo.
Dialogo tra Michele ed una sua vecchia amica
-Senti che lavoro, me ne ero dimenticato, che lavoro fai?
– Beh mi interesso di molte cose. Cinema, teatro, fotografia, musica, leggo…
– Concretamente.
– Non so cosa vuol dire?
– Come non sai, cioé che lavoro fai?
– Nulla di preciso.
– …Come campi?
– Ma… te l’ho detto giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose.
– E l’affitto?
– Vivo con mio fratello e non lo pago.
– I vestiti?
– E’ un amico per esempio che va a Londra gli dico di portarmi delle cose degli abiti.
– Il mangiare?
– Mi ospitano molto spesso.
– Questa sigaretta qui?
– Ho incontrato un amico stamattina e mi ha dato due pacchetti di queste.
Dialogo surreale tra Michele e Flaminia all’inizio della loro strana relazione
– Pensavo che si potrebbe fare l’amore… ma pensavo che fosse impossibile. E’ possibile?
– Dipende.
– Dipende da cosa?
– Dipende se c’e` un motivo.
– In che senso?
– Se c’è un motivo, allora non vedo perché, se non c’è, allora non vedo perché no.
– Non capisco…
Servizio di Telecalifornia
–Siamo al Capricorno. Un nome che senz’altro questi ragazzi hanno scelto per sottolineare la loro volontà di incidere nella realtà in cui vivono. Ecco qua l’organizzatore, il direttore del Capricorno. I giovani tornano alla coppia?
– Beh…
– I giovani abbandonano la coppia?
– …
– I giovani tornano alla coppia! Stanchi di discorsi fumosi impregnati di ideologia, si sono riuniniti in una cooperativa. (…) Qui la dimensione privatistica della cena fuori casa è aspramente criticata. Tutti mangiano insieme in enormi tavolate, dove riconoscono vecchi amici e ne conoscono di nuovi, che poco prima ignoravano. Ma ecco laggiù un bel tavolo di giovani. Corriamo ad intervistarli. Guadagniamo il loro tavolo. Chi prende la parola?
– Vito sa fare molto bene il giovane.
– Dicci Vito.
– Si noi stiamo bene… stiamo insieme. E’ bello stare insieme, non siamo più gelosi, non siamo più egoisti. Adesso per esempio andiamo a prendere un amico nostro, e poi tutti insieme andiamo a Ostia a vedere l’alba. AHAHAHAHAH!